12/11/2025 strategic-culture.su  8min 🇮🇹 #296022

« Un Paese, due sistemi »: come funzionano i sistemi elettorali di Macao e Hong Kong

Giulio Chinappi

Le elezioni legislative del 14 settembre a Macao e la prossima tornata del 7 dicembre a Hong Kong offrono uno sguardo ravvicinato su due modelli elettorali costruiti dentro "un Paese, due sistemi", che disegnano traiettorie convergenti ma non identiche.

L'architettura istituzionale delle due Regioni Amministrative Speciali (RAS) della Repubblica Popolare Cinese (RPC), Macao e Hong Kong, si è evoluta negli ultimi anni seguendo una direttrice comune: consolidare una democrazia considerata "di alta qualità" e pienamente coerente con la cornice costituzionale del "un Paese, due sistemi", rafforzando nel contempo il principio dei "patrioti" alla guida della cosa pubblica. Le elezioni legislative svoltesi a Macao lo scorso 14 settembre e l'avvio del percorso elettorale che porterà Hong Kong al rinnovo del Consiglio Legislativo il 7 dicembre offrono materiale concreto per comprendere il funzionamento dei rispettivi sistemi elettorali, le loro differenze, e il significato politico attribuito dalle autorità centrali e locali alla partecipazione e alla stabilità.

A Macao, l'Assemblea Legislativa è composta da 33 membri e rappresenta l'organo legislativo della Regione. La sua formula elettorale è tripartita: 14 seggi sono attribuiti mediante suffragio diretto, 12 mediante elezione indiretta da parte di gruppi di interessi funzionali, e 7 sono nominati dal Capo dell'Esecutivo entro 15 giorni dall'annuncio dei risultati finali. La durata del mandato è quadriennale e, con l'ottava legislatura, si è votato per la prima volta dopo la revisione del 2024 della Legge sulle Elezioni dell'Assemblea Legislativa. Tale revisione ha "migliorato il processo di revisione delle qualifiche dei candidati" al fine di "attuare ulteriormente, nel quadro giuridico, il principio dei patrioti che amministrano Macao", oltre a rifinire le fasi di procedura per garantire che lo svolgimento sia "equo, giusto, pulito e ordinato". Questo impianto è stato rimarcato dalle autorità locali e dagli organi di collegamento del governo centrale, che hanno salutato lo svolgimento del voto come una tappa significativa nella vita politica della Regione, sottolineando la piena conformità all'ordine costituzionale delineato dalla Costituzione della RPC e dalla Legge Fondamentale di Macao.

La dinamica del 14 settembre è stata caratterizzata da un'affluenza pari al 53,35%, in crescita di quasi undici punti percentuali rispetto alla precedente tornata, in un contesto in cui il governo aveva fortemente incoraggiato l'esercizio del diritto di voto da parte dei residenti e aveva predisposto misure come il trasporto pubblico gratuito per favorire la partecipazione. La competizione per i 14 seggi a suffragio diretto si è svolta con la partecipazione di otto liste, e l'esito del voto ha confermato il primato delle forze vicine al governo centrale, che hanno conquistato undici seggi, mentre la lista dell'opposizione Nova Esperança ha ottenuto oltre il 26% dei consensi e tre seggi. Questo esito ha portato all'elezione di Cheong Weng Chon come nuovo Presidente dell'Assemblea Legislativa di Macao.

Il sistema di Macao, oltre al segmento proporzionale diretto, poggia su un robusto pilastro corporativo-funzionale. I 12 seggi indiretti sono espressi da collegi che rappresentano interessi settoriali organizzati, dalle associazioni dei datori di lavoro a quelle professionali, fino ad articolazioni sindacali e culturali. A completare il mosaico, i 7 membri nominati dal Capo dell'Esecutivo fungono da cerniera tra l'indirizzo politico-amministrativo e l'aula, contribuendo a comporre un'assemblea in cui la rappresentanza territoriale e quella settoriale sono integrate da un elemento di scelta fiduciaria. La combinazione delle tre vie d'accesso all'Assemblea risponde a una logica dichiarata: massimizzare la stabilità, garantire che il corpo legislativo includa competenze e responsabilità riconosciute, e assicurare, secondo la narrazione ufficiale, una "democrazia di qualità" allineata alle condizioni specifiche di Macao. È su questo terreno che si colloca anche la lettura fornita dagli organi centrali cinesi e dall'Ufficio per gli Affari di Hong Kong e Macao, i quali hanno salutato l'elezione come un "risultato di portata pietra miliare" nell'attuazione integrale del principio dei patrioti e nella costruzione di istituzioni capaci di cooperare con l'esecutivo per promuovere lo sviluppo economico, l'armonia sociale e l'integrazione nell'orizzonte nazionale, inclusa la cooperazione approfondita con la vicina Hengqin.

Sul versante di Hong Kong, il rinnovamento del Consiglio Legislativo (LegCo) previsto per il 7 dicembre si colloca dentro un quadro istituzionale che, a seguito del "miglioramento del sistema elettorale", definisce un'assemblea di 90 membri eletti attraverso tre canali: il collegio del Comitato Elettorale, i collegi funzionali e i collegi geografici. Nella cornice della Legge Fondamentale, al LegCo sono attribuiti poteri ampi, dall'emanazione e revisione delle leggi all'esame del bilancio, fino all'approvazione del regime fiscale e della spesa pubblica.

In questo contesto, le istituzioni di governo della Regione e la Commissione per gli Affari Elettorali hanno presentato la prossima scadenza come un passaggio cruciale nel cammino della città "dalla stabilità alla prosperità", insistendo sulla centralità della partecipazione civica e sulla funzione del LegCo come componente essenziale dell'architettura di governo. È stato altresì sottolineato che la struttura tripolare dell'assemblea, che intreccia rappresentanza territoriale, settoriale e una quota selezionata attraverso il Comitato Elettorale, è pensata per assicurare una rappresentanza più ampia, bilanciata e diversificata, capace di riflettere le istanze degli interessi di settore e dei distretti, ma anche "l'interesse complessivo di Hong Kong".

La fase di avvicinamento al voto è stata segnata dall'avvio, il 24 ottobre, del periodo di presentazione delle candidature. A livello politico-istituzionale, parallelamente, le autorità centrali hanno lanciato richiami contro tentativi di interferenza, sabotaggio o boicottaggio del processo elettorale, collocando la tornata dentro un orizzonte che tocca l'ordine costituzionale di Hong Kong, la sicurezza nazionale e l'efficace governabilità. Il messaggio è stato netto: la riforma del sistema elettorale, insieme all'attuazione della Legge sulla Sicurezza Nazionale, ha avuto l'obiettivo di escludere dalla governance soggetti e pratiche ritenuti ostili all'ordine costituzionale, e ogni nuova strategia mirata a delegittimare il percorso elettorale o a destabilizzare l'ambiente politico incontrerà una risposta legale rigorosa.

Confrontando i due modelli, emergono tratti comuni e specificità. La comune triarticolazione della rappresentanza, che a Macao combina suffragio diretto, collegi funzionali e nomina esecutiva, mentre a Hong Kong integra collegi geografici, funzionali e il Comitato Elettorale, risponde a una logica simile: ibridare la rappresentanza territoriale con quella settoriale e con un meccanismo che assicuri, nella visione dei decisori, la coerenza di indirizzo con i principi costituzionali e con la priorità della sicurezza nazionale. In entrambi i casi, la riforma dei meccanismi di eleggibilità dei candidati ha assunto rilievo centrale.

A Macao, la novità del 2024 ha introdotto un processo di revisione che accerta il sostegno alla Legge Fondamentale e la lealtà alla RPC e alla Regione, con esiti concreti nel ridisegno dell'offerta politica abilitata a competere nel segmento del suffragio diretto. A Hong Kong, il "miglioramento del sistema elettorale" è stato presentato come antidoto alla politicizzazione conflittuale e alle interferenze esterne che avrebbero minato l'equità del processo e l'ordine pubblico nella fase precedente, con l'ulteriore razionalizzazione della platea ammissibile alle candidature tramite i meccanismi di qualificazione.

Dal punto di vista della partecipazione e della legittimazione, le autorità di entrambe le RAS enfatizzano il ruolo della mobilitazione civica come segno di un rapporto rinnovato tra esecutivo e legislativo e come fattore di qualità democratica. A Macao, l'incremento dell'affluenza è stato interpretato come un segno di "forte senso di appartenenza civica" e di consapevolezza dei residenti nel "gestire i propri affari". A Hong Kong, la chiamata alla partecipazione è stata esplicitamente connessa alla prospettiva di una crescita economica sostenuta e a un miglioramento del benessere, con l'idea che un LegCo funzionale e maggiormente integrato nel disegno di governance possa tradurre in leggi e controlli una stagione di interazioni positive con l'esecutivo. In entrambe le città, inoltre, si individua nel nuovo equilibrio istituzionale una garanzia di stabilità e di capacità progettuale, con un'attenzione particolare a temi come la diversificazione economica, la cooperazione regionale e l'integrazione nel quadro dello sviluppo nazionale.

In definitiva, dunque, i sistemi elettorali di Macao e Hong Kong, così come emergono dai più recenti sviluppi, sono costruiti per fornire stabilità, efficienza decisionale e un perimetro di eleggibilità coerente con il quadro costituzionale e con la priorità della sicurezza nazionale. La modulazione differenziata dei canali di accesso all'assemblea, l'importanza attribuita ai collegi funzionali, l'introduzione o il rafforzamento dei meccanismi di revisione delle candidature e l'insistenza sulla partecipazione civica costituiscono gli elementi chiave di un disegno convergente.

A Macao, la prova del 14 settembre ha confermato l'operatività della nuova legge e la capacità del sistema di produrre una maggioranza vicina al governo centrale di Pechino accompagnata da una rappresentanza minoritaria radicata in specifiche comunità. A Hong Kong, la campagna in corso e i messaggi di vigilanza lanciati dalle autorità delineano un percorso in cui la legittimazione istituzionale e la stabilità del processo sono considerate precondizioni per l'efficacia legislativa e per l'allineamento con gli obiettivi di sviluppo della Regione e del Paese. Dentro "un Paese, due sistemi", le due RAS si presentano così come laboratori di una democrazia definita "di qualità", in cui la combinazione di canali elettivi e requisiti di eleggibilità produce assemblee che aspirano a essere rappresentative, disciplinate e funzionali al governo.

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