
Lorenzo Maria Pacini
La NATO vuole provocare una reazione della Russia per avere il pretesto di scatenare la guerra che da decenni cerca di avviare, quella guerra di cui parlano i leader europei da mesi e che, ormai, sembra essere l'ultima spiaggia per questa vecchia Europa decadente, rovinata dall'imperialismo occidentale e dalla UE.
Il drago sputafuoco
In una recente intervista al Financial Times, l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, già Capo di stato maggiore della Difesa italiana e poi comandate militare della NATO, ha affermato di che la NATO sta considerando un approccio "più aggressivo" nel contesto della guerra ibrida con la Russia, aggiungendo che un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato "un'azione difensiva".
Ora, per considerare adeguatamente le parole del militare, bisogna chiarire alcuni termini di dottrina militare. Se parliamo di "attacco preventivo", parliamo di una azione militare intrapresa per scongiurare una minaccia percepita come imminente da parte di un altro attore. In poche parole, è un attacco vero e proprio, portato avanti per anticipare un presunto attacco nemico. Qui si gioca tutto: l'attacco è presunto. Non devono essere prove, non devono esserci fatti, è solo una questione di percezione.
In altre parole, Cavo Dragone ci ha spiegato che la NATO potrebbe attaccare la Russia perché ha paura della Russia. Questo si chiama attacco, non è una questione di opinione. E ciò verrebbe fatto per provocare una risposta della Russia, altrimenti per cosa altro? Le parole di Cavo Dragone sono l'ennesimo esercizio di una irrealtà orwelliana.
La Russia non solo ha ribadito, più e più volte negli anni, che non ha alcuna intenzione di attaccare la NATO o l'Europa, ma ha anche tollerato numerose provocazioni, attacchi militari, diplomatici e mediatici, ed ha persino tollerato la russofobia costante che è stata disseminata in tutto l'Occidente. Ma la Russia ha anche specificato che è pronta a rispondere agli attacchi che riceverà, come giusto che sia.
Le parole di Cavo Dragone riscrivono la realtà dei fatti. La NATO vuole provocare una reazione della Russia per avere il pretesto di scatenare la guerra che da decenni cerca di avviare, quella guerra di cui parlano i leader europei da mesi e che, ormai, sembra essere l'ultima spiaggia per questa vecchia Europa decadente, rovinata dall'imperialismo occidentale e dalla UE.
In casi di una tale provocazione, cosa accadrebbe? Esattamente ciò che la NATO vuole, e cioè la guerra. Il punto è quanto la Russia sarà capace di tollerare ancora queste provocazioni pericolose che, fuori da ogni buon senso, attraggono un casus belli che passerà alla storia come il più idiota e inutile di sempre.
D'altronde, l'Occidente collettivo conosce bene le guerre preventive, fatte in nome della esportazione della democrazia a suon di bombe. Già gli Stati Uniti hanno un curriculum di lunga data, giustificato con la denominazione di guerra preventiva, collezionando la medaglia dell'aggressione illegittima e della violazione perpetua del diritto internazionale, salvo poi invocare la legge e puntare il dito quando fa comodo.
È curioso provare a indagare la ratio che dovrebbe celarsi dietro a queste azzardate parole. Dal punto di vista strettamente militare, l'avvio di un conflitto convenzionale non è conveniente per nessuno dei Paesi NATO, che si troverebbero non ad attaccare per primi e quindi con un vantaggio, bensì davanti ad una risposta che potrebbe risultare molto sproporzionata. Restano poi da risolvere tutti gli altri problemi tecnici, ancora tutti presenti: chi va a combattere, con quali risorse viste le casse vuote, con quali attrezzature vista l'arretratezza e la inferiorità tecnologica, ecc., tutti argomenti già noti al pubblico dei lettori.
Si può quindi dedurre, volendo pensar positivamente, che le parole di Cavo Dragone siano piuttosto una spaventosissima provocazione mediatica nei confronti del Cremlino, che già trema di paura in vista della famigerata "potenza di fuoco" che potrebbe abbattersi sopra i cieli di Mosca, mentre le armate blu del mondo libero e democratico sbaragliano quelle rosse e tiranniche del grande mostro asiatico. Va da sé che se l'Ammiraglio voleva davvero suscitare una reazione nei confronti dei suoi nemici, ha semmai suscitato una grassa risata.
In tutto questo, il circolo del ridicolo politico continua. Il "minuscolo" degli esteri italiano Tajani tenta disperatamente di smussare la retorica bellicista italiana, di fatto smentendo le sue parole profuse negli ultimi anni, dove ha attacco costantemente la Russia, e lo fa proprio dopo aver approvato il dodicesimo pacchetto di armi per l'Ucraina. Evidentemente i bias cognitivi del governo italiano sono ormai all'ordine del giorno.
Continuano a dire che per fare la pace, bisogna fare la guerra. Giudicate voi la salute mentale di questo Paese.