03/12/2025 strategic-culture.su  7min 🇮🇹 #297959

Blue economy e potenziale inespresso dell'Italia. Ci sono cause geopolitiche?

Stefano Vernole

Il potenziale dell'economia italiana legata al mare e cosa c'entrano i soldati della NATO.

Nei giorni scorsi si è tenuto un importante seminario organizzato dal Quotidiano Nazionale e cofinanziato dall'Unione Europea nella sede dell'Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale di Napoli, con istituzioni e imprenditori a confronto (e il supporto dei partner Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, BCC Napoli, Enel, Fincantieri, Grimaldi, SACE e TIM Enterprise, in collaborazione con Ipsos Dox): "Porti d'Italia - Valori, eccellenze e rotte da solcare".

Digitalizzazione, sicurezza, servizi e accesso al credito per le aziende i temi passati al setaccio, in un settore che vale 216,7 miliardi di euro, pari all'11,3% del Pil italiano, e genera 1.089.710 posti di lavoro distribuiti in 232.841 imprese su scala nazionale. Nel biennio 2022-2024 si è registrato un aumento del 2% delle imprese legate al mare, dato positivo in controtendenza rispetto al meno 2,4% dell'economia tricolore, ma in un Paese come l'Italia con oltre 8.000 chilometri di costa, il potenziale economico della filiera marittima è ancora, in gran parte, inespresso. E' stata sottolineata la necessità di un piano per rendere competitivi i porti italiani, trasformando le 16 Autority portuali in un sistema coordinato per creare sintonia e interazione, come avviene ad esempio a Singapore.

Tuttavia, è mancata completamente un'analisi geopolitica del mancato decollo, nonostante la posizione strategica dell'Italia sul Mediterraneo: per quali ragioni, è facilmente intuibile.

Di Napoli e "della questione militare" si dibatte ormai da decenni negli ambienti "alternativi". Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il Golfo di Napoli è stato occupato dalle forze militari statunitensi, che hanno fatto della città il più importante avamposto degli Stati Uniti e della NATO nell'Europa meridionale. Le installazioni militari alleate continuano a presidiare il territorio italiano, soprattutto meridionale, ed anzi si tende a rafforzarle in funzione "antiterrorismo" e di sorveglianza del Mediterraneo (non certo per controllare i flussi migratori che continuano indisturbati ma per il sostegno ad Israele). La presenza dei soldati nordamericani a Napoli favorisce il contrabbando e la prostituzione, germi sui quali è risorta una camorra famelica e sanguinaria: emblematico il caso scoppiato pochi anni fa delle villette affittate dalla malavita napoletana ai soldati della NATO a Giugliano. Il comando dell'Alleanza Atlantica ha abbandonato da diverso tempo l'ex Costanzo Ciano di Bagnoli per spostarsi nei nuovissimi moduli del Joint Force Commande (JFC) realizzati nei pressi del Lago Patria, sempre in provincia di Napoli, che possono ospitare più di 2500 persone. Dal 2017 il centro è diventato Hub antiterrorismo (Nsds Hub - Nato strategic direction south), sede strategica il cui compito è quello di "raccogliere informazioni e analizzare una serie di questioni che includono il terrorismo, la migrazione e i temi degli allarmi ambientali". Il nuovo centro si concentrerà sulle regioni meridionali per includere il Medio Oriente, il Nord Africa e il Sahel, l'Africa subsahariana e le aree adiacenti, i mari e lo spazio aereo compresi. Uno dei ruoli dell'hub sarà quello di collaborare anche con diverse agenzie al di fuori della Nato e delle strutture militari nazionali "per raccogliere il maggior numero di informazioni possibili e diffonderne la conoscenza" 1.

A guidare la transizione tecnologica del mare italiano sarà proprio TIM Enterprise; ricordiamo che nel luglio 2024, l'azienda ha ceduto al fondo statunitense KKR la sua rete primaria e secondaria delle telecomunicazioni per un valore stimato in circa 22 miliardi di euro, conferendo così di fatto il controllo di dati sensibili degli utenti ad una compagnia straniera guidata dall'ex Generale David Petraeus, ex direttore della CIA.

A Livorno, la TIM ha guidato il percorso di innovazione dello snodo portuale attraverso il progetto 5GMASS, senza che gli storici contestatori della nuova tecnologia avessero nulla da ridire e dimostrando a chi non lo avesse ancora capito che le antiche polemiche sul 5G in Italia erano alimentate dai vari infiltrati statunitensi in funzione esclusivamente anti-cinese 2.

Lo stesso si può dire del Porto di Taranto, dove nel 2025 è stata dispiegata la rete 5G di TIM: chi ricorda più le sfuriate di politici e media italiani quando l'azienda Ferretti (con socio di maggioranza cinese) voleva aprire un impianto per la produzione di scafi di yacht nell'area ex yard Belleli e dovette rinunciare al progetto perché, si diceva, che "i cinesi volessero impossessarsi del Porto di Taranto"? (peraltro tecnicamente impossibile perché per legge i porti in Italia non si possono vendere). Forse perché la città pugliese è sede del Comando Marittimo NATO (COMAVS) e del comando marittimo certificato per operazioni di reazione rapida?

Il caso più recente riguarda però Trieste, in passato città di interesse per gli investimenti di Pechino in Italia, visto che secondo l'attuale Presidente di Confcommercio "sarebbe auspicabile che il Porto di Trieste diventasse una base NATO essendo posto in una regione cruciale per il contenimento cinese, sia in termini economico-commerciali sia in caso di un eventuale conflitto mondiale".

Mentre il progetto cardine di Fincantieri è quello per la protezione del Porto di Odessa, cuore marino dell'Ucraina, movimentando oltre il 60% delle esportazioni di cereali, con una previsione di 700.000 TEU nel 2026, a meno che la città non rientri tra gli obiettivi dell'Operazione Militare Speciale russa: l'Italia ha già dovuto rinunciare alla ricostruzione di parti del Donbass che le erano state assegnate dalla UE in caso di una vittoria (oggi ritenuta da tutti impossibile) di Kiev, il che la dice lunga sulle capacità di previsione degli analisti atlantici.

Nel frattempo, l'eccellenza italiana Gruppo Grimaldi, il più grande armatore del Paese e primo operatore al mondo per il trasporto marittimo di auto e carico rotabile, con un 25% di fatturato negli Stati Uniti, si trova ora alle prese con i dazi di Trump; la sua massima dirigenza ha definito il Presidente USA come un "amico infedele" e una minaccia al libero scambio. Secondo il CEO dell'azienda italiana, i dazi potrebbero avere anche effetti a catena su diverse filiere, come quella automobilistica, farmaceutica e agroalimentare; nel frattempo, l'ultima modifica delle nuove tariffe imposte dal Trade Representative degli Stati Uniti (Ustr) alle navi di produzione cinese potrebbe essere esiziale per Acl - Atlantic Container Lines, compagnia USA del gruppo Grimaldi di Napoli.

Per non parlare di isole come Sicilia e Sardegna. La prima vede Augusta, sulla costa orientale, che ospita unità di ogni tipo, più i sottomarini; Sigonella, la più grande base aerea USA in Europa, epicentro delle operazioni nordamericane nell'intero scacchiere del Mediterraneo allargato e anche oltre; Trapani-Birgi, utilizzata dalla NATO per operare in Nordafrica come nei Balcani; Catania-Fontanarossa, sede di una squadriglia di caccia dell'aeronautica italiana; Palermo, nel cui porto sosta ogni tipo di unità della marina militare. Nella seconda, migliaia di ettari di territorio vengono dedicati a servitù militari e per varie migliaia di chilometri di mare è vietata la navigazione, così come la pesca, durante le esercitazioni della NATO. Tre sono i grandi poligoni: Salto di Quirra, Capo Frasca, Teulada, ma tutta l'isola è disseminata di installazioni militari: l'aeroporto NATO di Decimomannu, la base di Capo Marrargiu, il Porto militare di Cagliari, le polveriere, i radar, i depositi di carburante. In passato e per molto tempo nell'Isola di Santo Stefano dell'arcipelago de La Maddalena, la marina USA aveva una nave appoggio per sommergibili nucleari, in piena guerra fredda.

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1 Ettore Scamarcia, Napoli e la questione militare, agoravox.it, 18 marzo 2019.

2 Prof. Evgeny N. Pashentsev, PANDEMIE DI CORONAVIRUS, TECNOLOGIE 5G HUAWEI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E OPERAZIONI PSICOLOGICHE, cesem.eu, 3 aprile 2021.

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