Margherita Furlan
L'Ue esiste solo perché lo vuole Washington: intervenendo in Ucraina senza che gli Stati Uniti glielo chiedano, l'Unione europea accelera la propria dissoluzione.
Secondo il primo Segretario generale dell'Alleanza atlantica, Lord Ismay, il vero obiettivo da subito (4 aprile 1949) non fu preservare la pace, né combattere i sovietici, ma "mantenere gli americani all'interno, i russi fuori e i tedeschi sotto tutela". Obiettivo raggiunto nel 2022, con la distruzione del gasdotto Nord Stream - che collegava Russia e Germania - ordinata da Washington in conformità al principio enunciato da Lord Ismay.
Con la dissoluzione dell'URSS, il sottosegretario statunitense alla Difesa, Paul Wolfowitz, elaborò una dottrina secondo cui per rimanere padroni del mondo, gli Stati Uniti avrebbero dovuto prevenire a ogni costo l'insorgenza di un nuovo rivale, prima di tutto l'Unione europea. È in applicazione di questa teoria che il Segretario di Stato James Baker impose l'allargamento dell'Unione europea a tutti gli ex Stati del Patto di Varsavia. L'Unione si è così privata della possibilità di diventare entità politica. Ed è sempre in applicazione di questa dottrina che il Trattato di Maastricht mise l'Ue sotto la protezione della NATO. Ed è di nuovo in applicazione di questa dottrina che la Germania e la Francia oggi pagano e armano l'Ucraina. Questa volta però fino all'ultimo europeo.
Per l'ex consigliere per la Sicurezza del presidente Jimmy Carter, il polacco-statunitense Zbigniew Brzezinski, gli Stati Uniti avrebbero potuto continuare a essere la prima potenza mondiale alleandosi invece con gli europei e isolando così la Russia. Nel 1997, Brzezinski, che sarebbe in seguito divenuto consigliere del presidente Barack Obama, pubblicò 'La Grande Scacchiera', in cui disserta di geopolitica nel senso originario del termine: non dell'influenza dei dati geografici sulla politica internazionale, ma di un piano per il dominio del mondo.
Successivamente, Paul Wolfowitz e Zbigniew Brzezinski, pur avendo opinioni distinte, in occasione di una conferenza da loro stessi organizzata a Washington nel 2000, si allearono con i nazionalisti integralisti, i discepoli del filosofo Dmytro Dontsov e del miliziano Stepan Bandera. Il dipartimento della Difesa nel 2001 fece dunque leva su questa alleanza per esternalizzare in Ucraina le ricerche sulla guerra biologica, dirette da Antony Fauci, all'epoca consigliere per la Sanità del segretario di Stato, Donald Rumsfeld. E su questa alleanza fece affidamento anche il dipartimento di Stato per organizzare nel 2014 la rivoluzione colorata di Euromaidan. Gli Stati Uniti avrebbero continuato a imporre la propria legge al resto del mondo. D'altronde, durante la seconda guerra mondiale, il presidente statunitense Franklin D. Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill, al Vertice atlantico, concordarono che, dopo la vittoria congiunta, USA e Regno Unito avrebbero accettato gli statuti dell'ONU solo su pressione dell'URSS e della Francia, ma disattendendoli. Un esempio lampante della doppiezza occidentale è lo Stato di Israele, che calpesta un centinaio di risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale dell'ONU, nonché un centinaio di pareri della Corte internazionale di Giustizia.
Ed è proprio per queste ragioni che il 17 dicembre 2021, all'approssimarsi dell'operazione militare speciale (SMO) in Ucraina, Mosca propose a Washington di evitarla firmando un Trattato bilaterale a garanzia della pace. L'idea sottesa al testo era infatti che gli Stati Uniti rinunciassero, ne più ne meno, a un "mondo fondato sulle regole" (le loro) e si schierassero invece dalla parte del diritto internazionale. Questo diritto, elaborato da russi e francesi poco prima della prima guerra mondiale, consiste unicamente nel rispetto della parola data davanti all'opinione pubblica.
Allora non funzionò, ma nei giorni scorsi, a Riyadh, si è svolto un dibattito approfondito tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti sulla necessità di risolvere la crisi in Ucraina eliminandone le cause profonde. Il capo della diplomazia russa, Sergej Lavrov e il segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, hanno qui convenuto che le relazioni internazionali debbano basarsi sul riconoscimento degli interessi nazionali di ciascun Paese. "È tempo che l'Occidente accetti un nuovo equilibrio di potere e costruisca relazioni con i Paesi del mondo basate sul rispetto", ha sottolineato Lavrov.
A seguito dei negoziati con la delegazione russa, gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di ritirare le proprie truppe dai Paesi europei che hanno aderito alla NATO dopo il 1990: Albania, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Montenegro, Macedonia del Nord, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Non c'è più motivo di continuare ad allargare la NATO: ora Washington si concentra, secondo la dottrina jacksoniana d'un tempo, sull'espansione del continente nordamericano. L'America non ha mai considerato chiusa la questione groenlandese. Da sempre ritiene transitoria l'assegnazione al regno di Danimarca. Da rinegoziare nei momenti di svolta della storia. Se ne interessa quando il mondo è in guerra e per contrastare i grandi rivali di turno: inglesi, tedeschi, russi, ora cinesi. Tanto più oggi quando è nella rotta artica che ora si giocano i destini del mondo. Segui i soldi e troverai la chiave misteriosa. Eppure le cancellerie europee interpretano il ritiro statunitense dall'Ucraina e da Bruxelles come un invito a prendere il testimone. È un errore. L'Ue esiste solo perché lo vuole Washington: intervenendo in Ucraina senza che gli Stati Uniti glielo chiedano, l'Unione europea accelera la propria dissoluzione.
A maggior ragione quando l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adotta una risoluzione in cui ribadisce l'integrità territoriale dell'Ucraina, definisce Russia "stato aggressore" e chiede il ritiro delle truppe di Mosca dall'Ucraina, ma riceve il voto contrario di Stati Uniti, Russia e Israele insieme. Il testo, preparato da Kiev e dai suoi alleati europei, ha ricevuto 93 voti favorevoli, tra cui l'Italia, 18 contrari, 65 astensioni, compresa la Cina. Trump, risponde a Emmanuel Macron, che vorrebbe spiegare che gli europei sono pronti all'invio di truppe in Ucraina, risponde che la guerra potrebbe finire entro qualche settimana e soprattutto prevede la creazione di un Fondo di investimento per la ricostruzione, che sarà gestito congiuntamente dagli USA e dall'Ucraina; quest'ultima contribuirà con 500 miliardi di dollari, il doppio degli Stati Uniti, ma non direttamente; la metà di tutti i proventi dell'Ucraina derivanti dall'estrazione di minerali, petrolio e gas sul suo territorio andranno al fondo. Il Fondo sarà gestito solo dagli USA - Dipartimento del Tesoro, Dipartimento del Commercio, amministrazione del Vicepresidente. Nel frattempo, a Mosca, un'edizione speciale del tg interrompe i programmi TV. Putin parla dei metalli rari nel territorio russo, comprese le nuove 4 regioni, e della possibilità di collaborazione con gli americani su "questioni di comune interesse geopolitico". I BRICS potrebbero essere una di queste. Nuovi corridoi solcano mari inesplorati. Il futuro è qui. L'America cambia, l'Italia perde l'occasione, l'Europa arranca. I BRICS sono pronti.