16/09/2025 strategic-culture.su  6min 🇮🇹 #290615

Vietnam: la visita del Presidente Lương Cường a Pechino e il rafforzamento dei legami con Cina e Russia

Giulio Chinappi

La partecipazione del Presidente vietnamita Lương Cường alla parata per l'80º anniversario della vittoria sul fascismo è stata affiancata da incontri di alto livello con Xi Jinping e Vladimir Putin. Tali appuntamenti consolidano relazioni politiche, economiche e di sicurezza, inscrivendo Hà Nội in un disegno di partenariato multilivello.

 La trasferta ufficiale del Presidente della Repubblica Socialista del Việt Nam Lương Cường a Pechino, svoltasi nei primi giorni di settembre 2025 in occasione delle celebrazioni per l'80º anniversario della vittoria mondiale sul fascismo, ha avuto grande copertura da parte dei media nazionali. Da un lato, questi hanno dato risalto alla dimensione commemorativa, visibile nella presenza a Tian'anmen, nella cerimonia e nella grande parata militare che ha radunato decine di delegazioni straniere, ma, allo stesso tempo, si sono svolti una serie di incontri bilaterali densi di contenuti politici ed economici, in particolare con i leader della Cina e della Russia. Il risultato è stato un mix di immagini simboliche e di decisioni pratiche, destinato a incidere sulla traiettoria delle relazioni bilaterali di Hà Nội in un contesto internazionale segnato da competizioni e interdipendenze crescenti.

La partecipazione del Presidente Cường alla parata del 3 settembre a Pechino ha dunque avuto un valore che va oltre la mera ritualità. Per il Vietnam, Stato profondamente segnato da guerre e lotte per l'indipendenza, la condivisione di una memoria antifascista costituisce un punto di riferimento identitario e una piattaforma per riaffermare i pilastri della propria politica estera: indipendenza, autosufficienza, multilateralismo e diversificazione dei partner. L'immagine del Capo di Stato vietnamita in Piazza Tian'anmen e la fotografia ufficiale con gli altri capi di delegazione hanno dunque rafforzato la visibilità internazionale di Hà Nội e ne hanno sottolineato l'impegno attivo nella promozione della pace e della cooperazione globale. Come ha osservato Xi Jinping nel suo intervento, «la storia ricorda a tutti che il destino dell'umanità è un bene comune»: una formula che, nella cornice diplomatica cinese, serve a legittimare un'interpretazione collettiva della sicurezza globale e della governance multilaterale, e che Hà Nội ha scelto di sposare pubblicamente partecipando all'evento.

Sullo sfondo delle celebrazioni, la visita è stata altresì un'opportunità per rilanciare rapporti politici ed economici con Pechino. Il colloquio tra Lương Cường e Xi Jinping ha consentito di tracciare linee operative per il rafforzamento del cosiddetto Partenariato di Cooperazione Strategica Globale. Entrambi i leader hanno sottolineato la necessità di intensificare scambi ad alto livello, di proseguire la condivisione di esperienze in materia di costruzione del Partito e governance statale, e di accelerare progetti concreti di connettività, in particolare ferroviaria. Sull'agenda sono emerse richieste vietnamite chiare e concrete: accelerare studi di fattibilità e accordi di finanziamento per progetti ferroviari come la linea Lào Cai-Hà Nội-Hải Phòng, promuovere la cooperazione energetica a livello di interconnessioni e scambi elettrici, e favorire trasferimenti tecnologici in settori avanzati come l'intelligenza artificiale, i semiconduttori e i satelliti a bassa orbita. Xi ha accolto tali proposte con apertura, ribadendo il sostegno cinese alla modernizzazione socialista del Vietnam e proponendo il rafforzamento di dialoghi multilivello, inclusi i meccanismi parlamentari e il dialogo strategico "3+3" tra ministeri degli Esteri, della Difesa e della Pubblica Sicurezza.

In parallelo al dialogo con Pechino, il Presidente Cường ha incontrato il Presidente russo Vladimir Putin. L'appuntamento con il leader della Federazione Russa ha segnato la volontà vietnamita di coltivare una relazione poliedrica che integri elementi politici, commerciali e tecnologici. Il colloquio con Putin ha rimarcato la storica gratitudine vietnamita per il sostegno sovietico e russo durante le fasi cruciali della liberazione e della ricostruzione nazionale, e ha posto le basi per un'agenda economica più ambiziosa: attuazione della tabella di marcia Vietnam-Russia fino al 2030, apertura reciproca di mercati, approfondimento della cooperazione energetica e accelerazione delle trattative in materia di energia nucleare. Le joint venture esistenti, come Vietsovpetro e Rusvietpetro, sono state richiamate come esempi concreti di cooperazione industriale, mentre il dialogo si è esteso a settori ad alto valore aggiunto quali farmaceutica, tecnologie dell'informazione e digitalizzazione. L'approccio di Hà Nội nei confronti di Mosca riflette dunque un doppio intento: coltivare un alleato politico di peso e al tempo stesso ottenere tecnologie e investimenti utili alla trasformazione produttiva nazionale.

Questi incontri hanno inoltre un carattere strategico più ampio. Il rafforzamento simultaneo delle relazioni con Pechino e con Mosca è indicativo della linea diplomatica vietnamita che privilegia la pluralità di interlocutori come strumento di autonomia strategica. Hà Nội cerca di trarre vantaggi concreti dalla cooperazione con grandi potenze diverse, evitando strutturazioni di dipendenza esclusiva e mantenendo un margine di manovra che le consenta di perseguire i propri interessi nazionali. La diplomazia vietnamita si conferma dunque pragmatica: celebra il passato e costruisce il futuro con attenzione all'equilibrio, alla resilienza delle catene produttive e alla sicurezza nazionale.

Accanto ai colloqui con i leader delle due grandi potenze eurasiatiche, la visita ha riservato anche incontri con esponenti di altri paesi, come il Primo Ministro slovacco Robert Fico, unico leader di un governo dell'Unione Europea presente a Pechino. L'incontro con Fico ha assunto caratteri pratici e simbolici, con richieste puntuali (quali la rimozione del cosiddetto "cartellino giallo" IUU contro le esportazioni ittiche vietnamite e la sollecitazione alla ratifica dell'Accordo di Protezione degli Investimenti UE-Vietnam) e con la riaffermazione della comunità vietnamita all'estero come ponte tra i due paesi. Questi elementi dimostrano la capacità vietnamita di utilizzare incontri bilaterali multipli per perseguire obiettivi specifici in sedi multilaterali e regionali.

Il successo della visita si misurerà in ultima analisi sulla capacità di trasformare le intese in progetti reali. Le richieste vietnamite di accelerare studi di fattibilità, convenire comitati congiunti e siglare memorandum d'intesa nelle aree energetica e ferroviaria richiedono ora implementazione rapida e finanziamenti concreti. La cooperazione dichiarata con Mosca sulla roadmap 2030, così come gli accordi con Pechino per la prima riunione del comitato ferroviario congiunto, saranno indicatori importanti della tenuta degli impegni.

Infine, la narrazione mediatica che ha accompagnato la trasferta - amplificata dalla copertura di grandi testate cinesi e vietnamite - ha contribuito a costruire un'immagine di relazioni mature, pragmatiche e strutturate. Per il Vietnam, essere presente alla commemorazione e svolgere incontri di portata geopolitica ha significato riaffermare la propria voce nel dialogo regionale, confermare la sua capacità di gestione delle relazioni con grandi potenze e proseguire con metodo la propria strategia di sviluppo nazionale e di sicurezza.

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